I pensieri – seme sono brevi affermazioni o riflessioni in grado di favorire un apprendimento o un cambiamento e di stimolare il nostro processo di crescita e maturazione interiore. Non si tratta dunque di semplici aforismi, o di motti arguti, ma di pensieri dinamici meditando o lavorando sui quali può dischiudersi e fiorire in noi un po’ più di saggezza.
Fin dall’antichità più remota gli uomini se ne sono serviti per propiziare gli eventi, o meglio per incanalare e sostenere le energie della volontà e del cuore nella direzione auspicata.
Nella tradizione yogica è il pensiero stesso ad essere chiamato “seme”, capace di germogliare e svilupparsi in una pianta in grado a sua volta di produrre altri semi; la natura del seme determinerà il tipo di pianta e il tipo di pianta, la qualità dei nuovi semi.
Roberto Assagioli, psichiatra fondatore della Psicosintesi, ha diffuso in ambito psicologico la deniminazione “pensieri seme” e ne ha sostenuto l’importanza per la crescita umana e spirituale. Assagioli li divideva in due categorie principali: quelli più semplici e apparentemente “ovvii”, il cui significato cioè risulta esplicito e immediatamente comprensibile, e quelli paradossali, formulati in modo contraddittorio, che suscitano un’iniziale perplessità e che trovano una possibile conciliazione solamente in una sintesi ad un livello più alto e inclusivo, un modello estremo dei quali sono i Koan del Buddismo Zen ( R. Assagioli, L’Atto di Volontà, Astrolabio,Roma 1977, Appendice seconda, p.166).